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“Profughe e combattenti nella Bari del 1944” di Pasquale Gallo

14 Novembre 2020

Il presente lavoro vuole rendere omaggio ad alcune figure femminili di profughe e combattenti ebree che per il gioco della sorte, sono state presenti nella città di Bari durante gli ultimi due anni del secondo conflitto mondiale.

Il saggio intende rappresentare in sintesi le loro vite in quegli anni quando le passioni per la libertà e la giustizia le accesero come fiammiferi, consumandole nelle fiamme della guerra e talvolta, purtroppo, spegnendole.

Si tratta di donne dalla tempra d’acciaio, coraggiose, indomite, generose, intraprendenti, flessibili nell’adeguarsi alle situazioni più drammatiche e inflessibili nei principi di libertà, solidarietà e democrazia. Vere e proprie eroine dell’antifascismo più autentico rimaste sino ad oggi nell’oscurità ma che dal capoluogo pugliese hanno dato un contributo significativo alla lotta partigiana.

I loro destini si sono incrociati con quello di una città che era all’epoca un immenso campo militare e uno smisurato centro d’accoglienza. Qui hanno dimorato, chi per brevissimo tempo e chi per un periodo più lungo, assorbendone i colori, gli odori, il frastuono dei motori e i richiami delle voci; ne hanno percorso i viali e i vicoli incontrato la gente, osservato le meraviglie del paesaggio e le miserie della guerra: insomma hanno vissuto.

E Bari le ha accolte con benevolenza e disponibilità, costituendo il sottofondo discreto ma indelebile di un segmento decisivo della loro vita, a volte l’ultimo.

Ricostruire le loro vicende in quei luoghi significa oggi restituire alla capitale della Puglia il ruolo di primo piano nella lotta per la libertà e nella rinascita della democrazia. Bari fu in quegli anni straordinari punto d’arrivo e punto di partenza!

Fu meta d’arrivo per tanti disperati e loro punto di partenza verso la Palestina nonché base aerea per tante operazioni militari oltre le linee nemiche nei Balcani.

Arrivi, soste, permanenze nel capoluogo pugliese fanno da contrappunto alle vicende delle sei donne ebree di cui si racconta, rendendo le loro biografie esemplari in una moltitudine di altre storie femminili che meriterebbero di emergere dall’oscurità dell’oblio.

Nel caotico contesto della Bari del 1944, una sorta di moderna Babele, con un conflitto che era ben lungi dal terminare ed un futuro di libertà, ipotizzabile ma ancora del tutto nebuloso, si mossero nella tenace affermazione della loro identità: Ina Jun-Broda, Hertha Reich, Milica Leitner von Sacher-Masoch, Haviva Reick, Hannah Senesh, Elisabeth Weiss.

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