Ombre in arabesco a piombo nelle capanne si sfanno dopo il lampo e il sentore d’ozono ci chiude in voli d’angeli neri
Inquieta il partecipe perforare della desueta forma a forcipe se improvvisa luce storna l’oscuro dell’arnese sul muro
Umiliate fibre della carne fingono in sibili di carpire da geometrie ad arco nell’ordito un segno da decifrare
Ma quale il vero disegno che si nasconde nell’improvviso fulmine che inatteso colpisce il gambo e alla rosa la vita recide?