ODE PER UNA DONNA
Ora s’avvolge al treno che frana
la voce di pietra e freme nelle ossa
quel grido rattenuto in gola
per le porte chiuse davanti alla ragione
Chi di noi non s’avvede che piegato
si vuole di giorno in giorno di sera in sera
il tuo corpo-donna al viscido potere
all’usura di piacere dell’uomo padrone?
Condanna ad obbedire a far da mangiare
a partorire con dolore ad esser fonte
di vita per morire conficcata figlia
di Demetra nell’eterno Ade della Storia
Nel tuo cielo turchino c’è parola
che ti consola o è solo col carbone
che l’uomo t’usa in sottomissione
e ti strangola ogni dolce canzone?
Chiudi gli occhi serra le tue mani
bambina figlia sorella madre sposa amante
non farti spegnere dall’altro la luce
quella luce che anche a lui hai donato
Non ti lascia sola il poeta se accanto
alla tua fragile sorte così dal primo respiro
fa ora anche sua la tua rabbia e la parola
attorce come albero che resiste
e vince la rovina della tempesta
se fuoco divampa giusto nel cuore
tu sei vita noi sappiamo lui morte
noi l’alba cerchiamo non i tramonti.